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mercoledì 14 ottobre 2009
Cura prenatale per la sindrome di DOWN
Si accendono nuove speranze per contrastare, almeno in parte, gli effetti della sindrome di Down con una terapia che inizi prima della nascita e somministrata alla mamma.
Questo auspicabile traguardo viene indicato da una ricerca scientifica condotta su topolini da laboratorio e pubblicata sulle riviste “New Scientist” e “Obstetrics and Gynecology”.
L'esperimento, effettuato presso il National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) di Bethesda, nel Maryland (USA), ha dimostrato che la sindrome di Down provoca l'inibizione di due proteine chiave per lo sviluppo mentale, chiamate NAP e SAL.
Reintroducendo queste proteine nel corpo delle piccole roditrici incinte di feti Down, gli studiosi hanno verificato che i neonati non presentavano i problemi cognitivi tipici della sindrome di Down e stanno monitorando il loro sviluppo per capire se questi benefici effetti sianoeffetti siano duraturi o, addirittura, permanenti.
I ricercatori americani mettono chiaramente le mani avanti, da bravi clinici, avvertendo che è ancora troppo presto per dire che gli stessi salutari effetti verranno riscontrati nell'uomo, tuttavia si aprono nuove e promettenti prospettive per una terapia prenatale della sindrome di Down.
Coloro che sono affetti da questa patologia vanno spesso incontro a problemi cardiaci, difficoltà di sviluppo e di apprendimento più o meno gravi. Dunque una cura efficace per loro deve necessariamente considerare tutti questi aspetti per poter offrire una valida soluzione terapeutica globale. Ma la strada aperta nel Maryland incoraggia nuove ricerche e sprona all'ottimismo.
La dottoressa Catherine Spong, coordinatrice dello studio americano, intravede la possibilità di una nuova cura per la sindrome di Down somministrando alle mamme incinte di piccoli Down le proteine Nap e Sal.
La ricerca scientifica si è svolta con le seguenti modalità: gli studiosi hanno osservato due gruppi di topolini Down, di cui il primo è stato sottoposto alla nuova terapia prenatale, mentre il secondo è stato utilizzato come gruppo di controllo.
Il primo gruppo di cavie, come detto, alla nascita non mostrava segni di un ritardato sviluppo mentale, come invece avveniva per gli altri roditori osservati.
Un altro aiuto considerevole per la vita di molte persone Down viene da un'altra recente scoperta scientifica che ha messo a punto un rivoluzionario test prenatale per diagnosticare la sindrome di Down senza bisogno di effettuare il rischioso esame dell'amniocentesi.
cfr http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=9622
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